Piazza dei Cavalieri
- Il Palazzo dell’Orologio, o del Bonomo, fu l’infermeria dei cavalieri: la facciata rivela ancora un ciclo di affreschi allegorici dipinti da Filippo Palladini e Giovanni Stefano Marucelli e al primo ordine una targa ricorda le vicende del Conte Ugolino della Gherardesca, qui imprigionato e morto di fame, come da citazione dantesca. L’orologio fu collocato nel 1696, poiché originariamente si trovava sul campanile della chiesa dei Cavalieri. Oggi l’edificio ospita la biblioteca della Scuola Normale Superiore.
- Il Palazzo della Carovana era nel Medioevo la sede del Palazzo degli Anziani, composto da ben nove strutture turrite successivamente assemblate in un unico palazzo. Gli Anziani erano giudici e amministratori della Repubblica Pisana. Giorgio Vasari progettò un impianto decorativo a graffiti, dove troviamo allegorie, segni zodiacali, figure mitologiche legate alla potenza dei Medici. I mezzi busti dei Granduchi e i grandi stemmi sono opera di artisti vari, tra cui Giovan Battista Foggini, Stoldo Lorenzi e Giovanni Fancelli. Il termine Carovana, deriva dal corso di addestramento seguito dai cavalieri durante la loro formazione. Oggi è la sede centrale della Scuola Normale Superiore di Pisa.
- La grande statua di Cosimo I de’ Medici che veste gli abiti di Cavaliere di Santo Stefano e poggia il piede su un delfino, simbolo del mare (allusione alla dominazione su quella che fu la Repubblica Marinara Pisana), fu scolpita da Pietro Francavilla tra il 1594 e il 1596. La statua poggia su un piedistallo e davanti a questa si trova una fontana, conosciuta come la fontana del gobbo, a causa della curiosa forma del mezzo busto da cui fuoriusciva l’acqua.
- La chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri fu costruita a partire dal 1565 su progetto del Vasari e prese il posto dell’antica chiesa di San Sebastiano alle Fabbriche Maggiori (XI sec.). La facciata fu terminata nel XVII secolo mentre i corpi laterali furono aggiunti solamente nel 1934. Il campanile fu eretto nel 1572 da Giovanni Fancelli. L’interno ad aula unica, espone numerosi trofei delle imprese navali della flotta medicea, frammenti di imbarcazioni e di bandiere dalla battaglia di Lepanto, tra cui quella che sventolava dall’albero della nave di Mehmet Alì Pascià. I monocromi alle pareti raccontano la vita del Santo, mentre il piccolo Pulpito di Chiarissimo Fancelli (1627) è quello che fu posto in Cattedrale in sostituzione del Pergamo di Giovanni Pisano, a seguito dell’incendio del 1595. Tra le opere di grande prestigio La Lapidazione di Santo Stefano di Giorgio Vasari del 1571 e la Natività di Cristo del Bronzino del 1564 (nella navata sinistra), oltre agli episodi militari dell’Ordine raffigurati nei dipinti del soffitto ligneo di Bartolomeo Atticciati, di artisti del calibro del Cigoli e di Jacopo Ligozzi. L’altare del Foggini fa da cornice all’urna che conserva le reliquie di Santo Stefano. Il busto reliquiario di San Lussorio, opera di Donatello, è oggi al Museo Nazionale di San Matteo.
- Il Palazzo della Canonica dei Cavalieri sacerdoti nasconde un ampio loggiato che affaccia su orti e giardini separati da alte mura proprio come nel Medioevo.
- Il Palazzo del Consiglio dei Dodici, costruito da Pietro Francavilla, era un tempo sede della Cancelleria della Repubblica, in seguito tribunale dell’Ordine. All’interno sono conservati documenti e cimeli legati all’Ordine, oltre a un bellissimo ciclo di affreschi di Pietro Paolo Lippi e Antonio Giusti, datati 1680-1682, situati nella sala delle Udienze. Il soffitto ligneo della sala è impreziosito da opere di Ventura Salimbeni e i recenti lavori di restauro hanno portato alla luce una Vergine Assunta della scuola del Ghirlandaio.
- Chiudono la piazza il Collegio Puteano, fondato nel 1605 dall’arcivescovo Antonio dal Pozzo per ospitare alcuni studenti biellesi presso l’Università di Pisa e la piccola chiesa di San Rocco, edificata nel XVI secolo su quella medievale di San Pietro in Cortevecchia (attestata fin dal 1028).
Cit. La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a' capelli
del capo ch'elli avea di retro guasto.
(…)
Tu dei saper ch’i’ fui conte Ugolino,
e questi è l’arcivescovo Ruggieri:
or ti dirò perché i son tal vicino.
Che per l’effetto de’ suo’ mai pensieri,
fidandomi di lui, io fossi preso
e poscia morto, dir non è mestieri;
però quel che non puoi avere inteso,
cioè come la morte mia fu cruda,
udirai, e saprai s’e’ m’ ha offeso.
Breve pertugio dentro da la Muda,
la qual per me ha ’l titol de la fame,
e che conviene ancor ch’altrui si chiuda,
(…)
Quand’ebbe detto ciò, con li occhi torti
riprese ’l teschio misero co’ denti,
che furo a l’osso, come d’un can, forti.
Ahi Pisa, vituperio de le genti
del bel paese là dove 'l sì suona,
poi che i vicini a te punir son lenti,
muovasi la Capraia e la Gorgona,
e faccian siepe ad Arno in su la foce,
sì ch’elli annieghi in te ogne persona!
Che se ’l conte Ugolino aveva voce
d’aver tradita te de le castella,
non dovei tu i figli suoi porre a tal croce.
Dante Alighieri, La Divina Commedia, Inferno, canto XXXIII
- L’amica geniale (7° puntata, II stagione della Serie Televisiva 2019). Lenù, una delle protagoniste, studia alla Scuola Normale Superiore, la cui sede principale si trova qui, nel palazzo della Carovana: alcune scene sono state girate in questa piazza e all’interno del palazzo.
- Ora o mai più (2003) regia di Lucio Pellegrini, sceneggiatura del pisano Roan Johnson, con Violante Placido, Elio Germano, Riccardo Scamarcio. Il film è in gran parte girato a Pisa, i protagonisti sono studenti universitari che passano dall’occupazione di un centro sociale a feste, dibattiti, fino al G8 di Genova. In una scena in piazza dei Miracoli ecco che dalla cima della torre di Pisa si srotola lo striscione, simbolo di questa lotta studentesca, con scritto: ‘Lei è dritta, è il mondo che è storto’.