Piazza dei Cavalieri

Facciata - Palazzo dei Cavalieri di Santo Stefano  (G. Bettini, Comune di Pisa)
Facciata - Palazzo dei Cavalieri di Santo Stefano (G. Bettini, Comune di Pisa)
Nel Medioevo, quando era la Piazza delle Sette Vie, poiché questo era il numero di strade che qui convergevano, vi avevano sede il Palazzo degli Anziani, la Torre della Muda (nella quale venivano tenute le aquile nel periodo della muta delle penne), che oggi forma, unita a quello che fu il Palazzotto di Giustizia, o del Capitano del Popolo, il Palazzo dell’Orologio. Tutto intorno vi erano inoltre numerose case, case torri e a partire dall’XI secolo due chiese: San Pietro in Cortevecchia e San Sebastiano alle Fabbriche Maggiori. Nel 1558 Cosimo I dei Medici dette a Giorgio Vasari l’incarico di rimodellare la piazza per renderla il cuore del suo potere e sede dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano (1562), ordine militare-cavalleresco votato alla difesa della fede cattolica chiamato a combattere gli infedeli nel Mediterraneo. Oggi ospita la prestigiosa Scuola Normale Superiore di Pisa.
Gli edifici della piazza: Vasari basò le sue scelte di riqualificazione e restauro sui concetti di simmetria, regolarità ed eleganza decorativa ispirandosi alle scenografie teatrali e agli apparati effimeri tanto in voga al tempo.
  • Il Palazzo dell’Orologio, o del Bonomo, fu l’infermeria dei cavalieri: la facciata rivela ancora un ciclo di affreschi allegorici dipinti da Filippo Palladini e Giovanni Stefano Marucelli e al primo ordine una targa ricorda le vicende del Conte Ugolino della Gherardesca, qui imprigionato e morto di fame, come da citazione dantesca. L’orologio fu collocato nel 1696, poiché originariamente si trovava sul campanile della chiesa dei Cavalieri. Oggi l’edificio ospita la biblioteca della Scuola Normale Superiore.
  • Il Palazzo della Carovana era nel Medioevo la sede del Palazzo degli Anziani, composto da ben nove strutture turrite successivamente assemblate in un unico palazzo. Gli Anziani erano giudici e amministratori della Repubblica Pisana. Giorgio Vasari progettò un impianto decorativo a graffiti, dove troviamo allegorie, segni zodiacali, figure mitologiche legate alla potenza dei Medici. I mezzi busti dei Granduchi e i grandi stemmi sono opera di artisti vari, tra cui Giovan Battista Foggini, Stoldo Lorenzi e Giovanni Fancelli. Il termine Carovana, deriva dal corso di addestramento seguito dai cavalieri durante la loro formazione. Oggi è la sede centrale della Scuola Normale Superiore di Pisa.
  • La grande statua di Cosimo I de’ Medici che veste gli abiti di Cavaliere di Santo Stefano e poggia il piede su un delfino, simbolo del mare (allusione alla dominazione su quella che fu la Repubblica Marinara Pisana), fu scolpita da Pietro Francavilla tra il 1594 e il 1596. La statua poggia su un piedistallo e davanti a questa si trova una fontana, conosciuta come la fontana del gobbo, a causa della curiosa forma del mezzo busto da cui fuoriusciva l’acqua.
  • La chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri fu costruita a partire dal 1565 su progetto del Vasari e prese il posto dell’antica chiesa di San Sebastiano alle Fabbriche Maggiori (XI sec.). La facciata fu terminata nel XVII secolo mentre i corpi laterali furono aggiunti solamente nel 1934. Il campanile fu eretto nel 1572 da Giovanni Fancelli. L’interno ad aula unica, espone numerosi trofei delle imprese navali della flotta medicea, frammenti di imbarcazioni e di bandiere dalla battaglia di Lepanto, tra cui quella che sventolava dall’albero della nave di Mehmet Alì Pascià. I monocromi alle pareti raccontano la vita del Santo, mentre il piccolo Pulpito di Chiarissimo Fancelli (1627) è quello che fu posto in Cattedrale in sostituzione del Pergamo di Giovanni Pisano, a seguito dell’incendio del 1595. Tra le opere di grande prestigio La Lapidazione di Santo Stefano di Giorgio Vasari del 1571 e la Natività di Cristo del Bronzino del 1564 (nella navata sinistra), oltre agli episodi militari dell’Ordine raffigurati nei dipinti del soffitto ligneo di Bartolomeo Atticciati, di artisti del calibro del Cigoli e di Jacopo Ligozzi. L’altare del Foggini fa da cornice all’urna che conserva le reliquie di Santo Stefano. Il busto reliquiario di San Lussorio, opera di Donatello, è oggi al Museo Nazionale di San Matteo.
  • Il Palazzo della Canonica dei Cavalieri sacerdoti nasconde un ampio loggiato che affaccia su orti e giardini separati da alte mura proprio come nel Medioevo.
  • Il Palazzo del Consiglio dei Dodici, costruito da Pietro Francavilla, era un tempo sede della Cancelleria della Repubblica, in seguito tribunale dell’Ordine. All’interno sono conservati documenti e cimeli legati all’Ordine, oltre a un bellissimo ciclo di affreschi di Pietro Paolo Lippi e Antonio Giusti, datati 1680-1682, situati nella sala delle Udienze. Il soffitto ligneo della sala è impreziosito da opere di Ventura Salimbeni e i recenti lavori di restauro hanno portato alla luce una Vergine Assunta della scuola del Ghirlandaio.
  • Chiudono la piazza il Collegio Puteano, fondato nel 1605 dall’arcivescovo Antonio dal Pozzo per ospitare alcuni studenti biellesi presso l’Università di Pisa e la piccola chiesa di San Rocco, edificata nel XVI secolo su quella medievale di San Pietro in Cortevecchia (attestata fin dal 1028).
La Scuola Normale Superiore di Pisa ha la propria sede principale proprio in Piazza dei Cavalieri. La Scuola fu fondata con decreto napoleonico nel 1810 come pensionato accademico per studenti universitari e succursale dell’École Normale Supérieure di Parigi. La prima sede fu il convento di San Silvestro e il termine Normale fa riferimento alle norme che dovevano educare i cittadini all’obbedienza, alle leggi e all’Imperatore. Nel corso dei secoli la scuola ha visto alterne vicende, fu soppressa, poi aperta nuovamente e il suo statuto ha subito revisioni fino al 2014, anno che ha definito la suddivisione della scuola in tre strutture accademiche: la Classe di Scienze Umane, la Classe di Scienze Matematiche e Naturali e l’Istituto di Scienze Umane e Sociali. Si tratta di una scuola d’élite a base ugualitaria, frequentata da studenti provenienti da tutto il mondo, alla quale si accede a seguito di un esame. Ogni anno sono ammessi in pochi ma nel corso dei secoli sono usciti da questa scuola importanti scienziati, scrittori, politici, economisti, uomini di cultura, che hanno fatto la storia del nostro paese, come Tiziano Terzani, Antonio Tabucchi, oltre ai premi Nobel Giosuè Carducci, Enrico Fermi e Carlo Rubbia.
Il palazzo dell’Orologio, uno degli edifici che si affaccia sulla piazza, mostra ancora i segni delle strutture medievali che lo compongono. Sotto l’arco dei Gualandi a destra si nota l’angolo di una torre in pietra verrucana: è la torre dei Gualandi, conosciuta nel Medioevo come torre della Muda, ma resa celebre da Dante Alighieri nella Divina Commedia come Torre della Fame. Fu infatti la prigione che ospitò il Conte Ugolino della Gherardesca, presunto traditore della patria, che qui morì nel 1289 assieme ai suoi figli e nipoti.

Cit. La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a' capelli
del capo ch'elli avea di retro guasto.
(…)
Tu dei saper ch’i’ fui conte Ugolino,
e questi è l’arcivescovo Ruggieri:
or ti dirò perché i son tal vicino.

Che per l’effetto de’ suo’ mai pensieri,
fidandomi di lui, io fossi preso
e poscia morto, dir non è mestieri;

però quel che non puoi avere inteso,
cioè come la morte mia fu cruda,
udirai, e saprai s’e’ m’ ha offeso.

Breve pertugio dentro da la Muda,
la qual per me ha ’l titol de la fame,
e che conviene ancor ch’altrui si chiuda,
(…)
Quand’ebbe detto ciò, con li occhi torti
riprese ’l teschio misero co’ denti,
che furo a l’osso, come d’un can, forti.

Ahi Pisa, vituperio de le genti
del bel paese là dove 'l sì suona,
poi che i vicini a te punir son lenti,

muovasi la Capraia e la Gorgona,
e faccian siepe ad Arno in su la foce,
sì ch’elli annieghi in te ogne persona!

Che se ’l conte Ugolino aveva voce
d’aver tradita te de le castella,
non dovei tu i figli suoi porre a tal croce.

Dante Alighieri, La Divina Commedia, Inferno, canto XXXIII
Tra gli edifici storici della Piazza dei Cavalieri spicca la chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri. La chiesa fu costruita a partire dal 1565 su progetto del Vasari e prese il posto dell’antica chiesa di San Sebastiano alle Fabbriche Maggiori (XI sec.). La facciata fu terminata nel XVII secolo mentre i corpi laterali furono aggiunti solamente nel 1934. Il campanile fu eretto nel 1572 da Giovanni Fancelli. L’interno ad aula unica, espone numerosi trofei delle imprese navali della flotta medicea, frammenti di imbarcazioni e di bandiere dalla battaglia di Lepanto, tra cui quella che sventolava dall’albero della nave di Mehmet Alì Pascià. Bandiere predate agli infedeli negli scontri con i Turchi. I monocromi alle pareti raccontano la vita del Santo, mentre il piccolo Pulpito di Chiarissimo Fancelli (1627) è quello che fu posto in Cattedrale in sostituzione del Pergamo di Giovanni Pisano, a seguito dell’incendio del 1595. Tra le opere di grande prestigio La Lapidazione di Santo Stefano di Giorgio Vasari del 1571 e la Natività di Cristo del Bronzino del 1564 (nella navata sinistra), oltre agli episodi militari dell’Ordine raffigurati nei dipinti del soffitto ligneo di Bartolomeo Atticciati, di artisti del calibro del Cigoli e di Jacopo Ligozzi. L’altare del Foggini fa da cornice all’urna che conserva le reliquie di Santo Stefano. Il busto reliquiario di San Lussorio (San Rossore), opera di Donatello, è oggi al Museo Nazionale di San Matteo.
Piazza dei Cavalieri è stata il set per le scene di alcune pellicole cinematografiche e televisive:
  • L’amica geniale (7° puntata, II stagione della Serie Televisiva 2019). Lenù, una delle protagoniste, studia alla Scuola Normale Superiore, la cui sede principale si trova qui, nel palazzo della Carovana: alcune scene sono state girate in questa piazza e all’interno del palazzo.
  • Ora o mai più (2003) regia di Lucio Pellegrini, sceneggiatura del pisano Roan Johnson, con Violante Placido, Elio Germano, Riccardo Scamarcio. Il film è in gran parte girato a Pisa, i protagonisti sono studenti universitari che passano dall’occupazione di un centro sociale a feste, dibattiti, fino al G8 di Genova. In una scena in piazza dei Miracoli ecco che dalla cima della torre di Pisa si srotola lo striscione, simbolo di questa lotta studentesca, con scritto: ‘Lei è dritta, è il mondo che è storto’.

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