Via Tavoleria (L. Corevi, Comune di Pisa)Il nome Polentofagi deriva dalla consuetudine di mangiare durante le riunioni letterarie polenta di farina di castagne. Il gruppo si riuniva in via Tavoleria, presso la casa del medico e letterato Francesco Masi, e si opponeva allo stile accademico fine a sé stesso; cercava un rapporto diretto con la vita e quindi un'espressione schietta in ambito letterario senza fronzoli. Sull’arco del portone c’era una pietra con lo stemma che rappresentava un desco con sopra un ammasso di polenta. Tra i soci di questa Accademia ci sono anche Elena Mastiani Brunacci, la poetessa pisana Maria Luisa Cicci…
Inno a Venere
Dell’Arno placido Sul curvo lido Scendi propizia, Diva di Gnido, E le altre sfere Teco abbondino Gioja e piacere.
Di azzurre mammole, Tesor dei prati, La via t’infiorino Gli arcieri alati, Via, che più bella Farassi ai vividi Rai di tua stella (…) Deh! lascia il fulgido Stellato empiro, Diva benefica Del terzo giro, E d’Arno in riva Scendi all’unanime Voce festiva. (…)Maria Luisa Cicci, nota come Erminia Tindaride e l’Incognita (Pisa, 14 settembre 1760 – Pisa, 8 marzo 1794). Si diceva di lei che ‘Invano fu privata d'inchiostro o di penna: piccoli pezzi di pane inzuppati nel sugo dell'uva, ed alcuni pezzetti di legno le bastarono per segnare i suoi pensieri’. Bruciò quasi tutte le sue poesie prima di morire, ma suo fratello riuscì a farne pubblicare alcune nel 1796. I suoi scritti, da lei indicati come anacreontici, ottennero molto successo, e la fama crebbe con la sua recitazione degli stessi.