Bocca d’Arno, tra pescatori e tamerici
(Michel de Montaigne a Pisa dal 3 al 27 luglio 1581)
Cit. L’Arno qui ancora ha tremiti freschi: poi lo occupa un silenzio dei più profondi: nel canale delle colline basse e monotone toccando le piccole città etrusche, uguale ormai sino alle foci, lasciando i bianchi trofei di Pisa, il Duomo prezioso traversato dalla trave colossale che chiude nella sua nudità un così vasto soffio marino.
Dino Campana, Canti Orfici, 1914
Cit. O Marina di Pisa, quando folgora
il solleone!
Le lodolette cantan su le pratora
di San Rossore
e le cicale cantano sui platani
d’Arno a tenzone.
(…) Come l’Estate porta l’oro in bocca
L’Arno porta il silenzio alla sua foce.
Gabriele D’Annunzio, Alcyone, 1903
Cit. Bocca di donna non mi fu di tanta
soavità nell’amorosa via
(se non la tua, se non la tua, presente)
come la bocca pallida e silente
del fiumicel che nasce in Falterona.
Gabriele D’Annunzio, Bocca d’Arno, 1909
Cit.(…)Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani
(…)
Gabriele D’Annunzio, La pioggia nel pineto, Alcyone, 1902-03