Palazzo Giuli-Rosselmini-Gualandi _ Palazzo Blu (A. Matteucci) Nel 1406 Firenze conquistò Pisa, abbandonandola per anni nella desolazione. Nel 1494 arrivò a Pisa Carlo VIII, re di Francia, durante il suo viaggio verso il Meridione sul quale vantava diritti di successione. La popolazione lo accolse bramando la libertà da Firenze e una deputazione pisana, capitanata da Simone Orlandi, si presentò dinanzi a lui per chiedere libertà e la garanzia di un’alleanza. Si dice però che fu in occasione di un meraviglioso ballo a Palazzo Blu, allora Palazzo dei del Testa, che il re decise di appoggiare la causa pisana, proprio grazie a Luisa del Lante, in seguito ribattezzata Camilla, che lo ammaliò con la sua bellezza e arguzia. Quella sera la dama fu presentata al capitano Ernesto D’Entragues con cui ballò e di cui si innamorò, un amore ricambiato, poiché quando Carlo VIII richiamò i suoi uomini, il capitano D’Entragues decise di rimanere al fianco di Camilla e dei pisani che combatterono per mantenere quella libertà ritrovata: uomini, donne e bambini uniti in questa lotta contro i fiorentini, fu una guerra di popolo. Per ben quindici anni Pisa visse quella che oggi è conosciuta come la Seconda Repubblica Pisana. Nel 1509 purtroppo, stremati dai costanti attacchi, addirittura minacciati da Leonardo da Vinci di deviare il fiume e quindi lasciare la città senza acqua, i pisani si arresero. Cosa successe a Ernesto e Camilla? Secondo la tradizione orale, Camilla del Lante lasciò Pisa con la sua famiglia durante gli ultimi assedi, mentre Ernesto, ricercato sia dai francesi che dai fiorentini, fuggì sul Romito, a sud di Livorno, dove incontrò la morte. Si raccontava che Luisa, tornata in città, volle andare subito a visitare il luogo dove il suo amore riposava e che da quel giorno, ogni 8 novembre, si recasse in navicello dinanzi al Romito per gettare in mare un fiore, simbolo del loro amore.