Facciata Palazzo Toscanelli _ Archivio di Stato (G. Bettini, Comune di Pisa)
Palazzo Toscanelli, lungarno Mediceo
Entrata Palazzo Toscanelli _ Archivio di Stato (G. Bettini, Comune di Pisa) Palazzo realizzato all’inizio del Cinquecento dalla famiglia Lanfranchi, assunse l’aspetto simile a quello attuale alla fine del secolo, a seguito di restauri: cantoni a bugnato, finestre a edicola e inginocchiate. Il nome Toscanelli venne coniato nel 1827 quando il palazzo fu acquistato dall’omonima famiglia. All’interno sono ancora visibili gli affreschi sui soffitti di Nicola Cianfanelli, Gaspero Martellini e Annibale Gatti con scene raffiguranti Byron e la poesia, L’apoteosi di Galileo e L’apoteosi di Michelangelo (a cui si presume si possa attribuire il progetto dell’edificio). Nel novembre del 1821, su suggerimento degli Shelley, Lord Byron, allora il più famoso dei poeti contemporanei, arrivò a Pisa dove rimase fino al settembre del 1822. Durante il suo soggiorno suscitò spesso la curiosità dei cittadini con il suo comportamento eccentrico e bizzarro, come quando cavalcava sulle spallette dell’Arno e, sempre in sella al suo cavallo, rientrava nel palazzo, attraversava l’atrio, saliva le scale e si affacciava al balcone. Immaginate lo stupore dei passanti!
Cit. Abito un palazzo feudale sull’Arno, famoso e antico, vasto abbastanza per ricettare una guarnigione, con carceri al di sotto e celle nei muri. Questo palazzo è così pieno di fantasmi che l’istruito Fletcher (il mio maggiordomo) ha chiesto il permesso di cambiare la sua stanza, ma si è anche rifiutato di occupare quella nuova perché c’erano più fantasmi in quest’ultima che in quella precedente (come in tutti i vecchi edifici), che hanno terrorizzato la servitù tanto da procurarmi non poco fastidio. La casa appartenne alla famiglia Lanfranchi (la stessa famiglia rievocata da Ugolino nel suo sogno, come suo persecutore con Sismondi). La scala, dicesi, è stata rifabbricata da Michelangelo. La temperatura è qui dolcissima; non ha bisogno di fuoco. Quale clima!
Lord Byron, Diario,4 dicembre 1821, lettera al Murray