Decorazione interna navata Chiesa di San Francesco (G. Bettini, Comune di Pisa)
Chiesa di San Francesco
Chiesa e Chiostro di San Francesco dai tetti (A. Matteucci) La cappella del Conte Ugolino della Gherardesca: all’interno della chiesa, la seconda cappella del braccio destro del transetto fu di proprietà della famiglia della Gherardesca e guardando in terra si scorge la seguente scritta TUMBA COMITIS UGOLINI. Nel 2001 l’antropologo Francesco Mallegni riesumò i resti di Ugolino e dei suoi familiari qui sepolti (anche se originariamente si trovavano nel chiostro, dove ancora resta un’epigrafe a memoria). Le analisi del DNA delle ossa evidenziarono che si trattava di cinque individui di tre generazioni della stessa famiglia. Inoltre, le analisi delle costole del presunto scheletro di Ugolino, hanno rivelato tracce di magnesio, ma non di zinco, che sarebbe invece evidente nel caso in cui il Conte avesse consumato carne nelle settimane prima del decesso. Un altro dettaglio che fa definitivamente cadere le accuse di cannibalismo, è che il Conte Ugolino era un uomo molto anziano per l’epoca, quindi quasi senza denti quando fu imprigionato. Tuttavia non crollarono le accuse di alto tradimento. Questa stessa cappella fu trasformata, in epoca fascista, in cappella dei Caduti e decorata nel 1928 con simboli monarchici e littori. Le vetrate: in prossimità del transetto sinistro, di fronte alle cappelle absidali, in alto c’è una grande bifora (1929), dipinta da Francesco Mossmeyer su modello delle originali, che rappresenta il volto di Benito Mussolini. Si tratta di un modello non proprio francescano, ma legato all’Italia del ventennio fascista. Entrambi i bracci del transetto sono decorati con 5 vetrate, dipinte sul modello originale da Francesco Mossmeyer nel 1926, che rappresentano le storie di San Francesco. Quelle absidali sono 7, ridipinte tra il 1903 e il 1930 dall’atelier di Ulisse de Matteis e dal Mossmeyer, ma quella della cappella maggiore fu commissionata nel 1341.