Bastione Stampace

Bastione Stampace (L. Corevi, Comune di Pisa)
Bastione Stampace (L. Corevi, Comune di Pisa)
Porta San Pietro: la troviamo nascosta tra gli alberi prima di entrare negli spazi del bastione Stampace, della quale fa parte. Purtroppo il suo stato è di completo abbandono, ma è ben visibile parte del grande arco a sesto acuto e delle mensole su cui poggiava.
Le palle di cannone: la guerra di popolo, così fu conosciuto in tutta Europa nel ‘500 l’episodio del 1499, che ha lasciato le sue tracce proprio nelle mura oltre il bastione Stampace, in via Nino Bixio. Affacciandosi sul lato esterno, in prossimità dell’interruzione del tracciato medievale, si vedono ancora alcune grandi palle di pietra grigia incastonate tra le pietre e i mattoni: sono le palle dei cannoni utilizzate dalle milizie fiorentine per far breccia, messe dai pisani a decorazione delle mura in segno di scherno nei confronti del nemico.
Giorgio Vasari, nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dipinse la presa di Pisa (1563), episodio che immortala il possente bastione dal quale s’innalza la vecchia torre trecentesca, detta di Stampace (star in pace, forse usata come prigione). Il dipinto in questione rappresentava il potere esercitato dai Medici, in particolare di Cosimo I, su Pisa. In realtà l’episodio rappresentato fu un grande fiasco per le milizie fiorentine, poiché fa riferimento all’Assedio di Pisa e in particolare alla data del 10 agosto 1499. Pisa, resa libera da Firenze nel 1494 dal re Carlo VIII di Francia, resistette all’attacco grazie all’aiuto di Lucca e soprattutto all’intervento di donne e anziani. Quella data rappresenta quindi una sconfitta per Firenze (l’accordo tra le due città fu stipulato solo nel 1509). Nel corso del XVII secolo, durante il governo di Cosimo III, il bastione fu ulteriormente fortificato aggiungendo una struttura a terrapieno. Nel XIX secolo il bastione divenne parte di uno dei primi sistemi ferroviari della città, al suo interno fu inserita una piattaforma per la giratura dei vagoni.