Chiesa di San Francesco

Chiesa e Chiostro di San Francesco dai tetti (A. Matteucci)
Chiesa e Chiostro di San Francesco dai tetti (A. Matteucci)
FERDINANDUS MAGNUS DUX ETR.III AN. SAL. M.D.CIII: la facciata riporta il nome del committente, il Granduca Ferdinando I de’ Medici e l’anno di edificazione, ma la storia di questo edificio inizia nel 1233, anno a cui risale un primo piccolo oratorio dedicato al santo di Assisi. A partire dal 1261 cominciarono i lavori alla chiesa attuale che la trasformarono in uno dei più grandi monasteri francescani d’Italia. Con grandi fondamenta di materiale lapideo proveniente dal Monte Pisano che sorreggono la possente struttura in laterizio, questo colosso lungo quasi 100 metri è un’opera dell’architetto Giovanni di Simone, l’artefice del Campo Santo Monumentale di piazza dei Miracoli e salvatore della Torre Pendente grazie a un progetto per correggerne la prima inclinazione. La sua maestria si manifestò proprio nella costruzione di torri e ne è un bell’esempio il campanile della chiesa: pensile, poggiante solo su due muri perimetrali in cui l’architetto ha inserito due mensoloni perché sorreggano una tromba di mattoni concentrici alleggeriti da arcatelle. La sua figura esile, scandita da una cella aperta da bifore e da una copertura cuspidata, è visibile da grande distanza. La facciata è in marmo bianco e termina il lavoro del primo intervento trecentesco interrotto a causa della crisi economica pisana dopo la peste e la conquista fiorentina della città. All’interno la fuga prospettica delle alte pareti è scandita dalle grandi finestre progettate da Ignazio Pellegrini nel 1757, e dalle vetrate gotiche delle cappelle absidali, introdotte da un grande arco che come un boccascena divide la navata dal transetto, rivelando il dossale d’altare marmoreo (1370 circa) realizzato da Tommaso Pisano, figlio del grande Andrea.
Storia in pillole: fondata su una chiesa preesistente nel 1261, la fabbrica proseguì fino al XV secolo, quando l’intera chiesa divenne una caserma e in seguito il Collegio della Sapienza, fondato da Cosimo I de’ Medici nel 1543. Fu sede del tribunale dell’Inquisizione nel 1575 e nel 1787 fu donata agli Agostiniani fino alle profanazioni napoleoniche. In questo periodo il convento divenne un ospedale, in seguito un deposito di carri d’artiglieria. Solo nel 1901 fu restituito ai francescani e riaperto al culto.
Le vetrate: in prossimità del transetto sinistro, di fronte alle cappelle absidali, in alto c’è una grande bifora (1929), dipinta da Francesco Mossmeyer su modello delle originali, che rappresenta il volto di Benito Mussolini. Si tratta di un modello non proprio francescano, ma legato all’Italia del ventennio fascista. Entrambi i bracci del transetto sono decorati con 5 vetrate, dipinte sul modello originale da Francesco Mossmeyer nel 1926, che rappresentano le storie di San Francesco. Quelle absidali sono 7, ridipinte tra il 1903 e il 1930 dall’atelier di Ulisse de Matteis e dal Mossmeyer, ma quella della cappella maggiore fu commissionata nel 1341.
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