La Magistratura dei Consoli del Mare nacque nel 1475 per volere di Lorenzo de’Medici, dettoilMagnifico. Il compito dei Consoli del Mare fu quello di sorvegliare e aver cura dei fossi, canali, ponti e strade del territorio pisano, attività svolte dall' attuale Ufficio dei fiumi e fossi. All’epoca l’istituto si chiamava Opera della reparazione del chontado e della cità di Pisa. Fu Cosimo I, nel 1547, ad ampliarne i servizi e nel 1690 la sede fu spostata nei palazzi Curzio Lanfranchi, del Tortom e Mannaioni nel quartiere di Chinthica, attuale San Martino: 'sono i consoli di mare, l'autorità dei quali, dopo il commissario, è la principale nella città perchè essi veggono tutti i lavori mercantili, tutte le cause dipendenti dalla dogana, tasse, gabelle di contratti, intervengono nell'ufficio de' fossi' (Descrizione di Pisa fatta da Vincenzo Pitti l'anno 1616). Il complesso architettonico è il risultato di un agglomerato di case torri del XI e del XII secolo, che rientra nella famosa renovatio urbis voluta da Cosimo I nel Cinquecento. Molti studiosi indicano i nomi di MichelangeloBuonarroti, o BartolomeoAmmannati, quali progettisti dell’intervento, soprattutto per le numerose affinità che si possono riscontrare con i palazzi fiorentini. La distinzione dei due palazzi, Lanfranchi e Del Torto, è visibile su via san Martino (n.60), dove troviamo un bell’esempio di finestre inginocchiate. Lo stile visibile dal Lungarno è ottocentesco ed è frutto di un restauro da parte dell’architetto Alessandro Gherardesca, quando il palazzo fu dimora dei ricchissimi israeliti livornesi Abram ed Isach di Raimondo Franchetti. All’interno si trova un ciclo di affreschi attribuiti a Giovanni Stefano Marucelli e a Bernardino Poccetti dove spicca fra tutti la decorazione della Sala delle Ninfe, al pian terreno. La casa del Conte Ugolino della Gherardesca: della domus del XII secolo, con grande loggiato che affacciava sul Lungarno, non rimane più niente. A seguito dell’accusa di tradimento, che nel 1289 condusse il conte Ugolino alla morte nella Torre della Muda (o Fame), l’intera abitazione fu letteralmente smontata fino alle fondamenta, per cancellarne ogni traccia. Nel 1301 il terreno fu cosparso di sabbia, limo e sale e si proibì la costruzione di qualsiasi tipo di edificio. Risulta infatti, ad oggi, l’unica area verde che si affaccia sulla riva meridionale dell’Arno, del Lungarno Galilei.