Le prime testimonianze relative all’edificio sono del 1110 quando fu menzionato come canonica regolare sotto gli agostiniani. La chiesa fu aggregata nei secoli alle vicine chiese di San Michele degli Scalzi e a Santa Croce in Fossabanda, per essere poi concessa agli Oblati di Maria Vergine. L’esterno è rimasto incompiuto, con paramenti in marmo e verrucano. Il portale d’accesso mostra le usuali fasce bicrome dell’architettura pisana. Degna d’interesse è l’abside decorata con archetti ciechi. L’interno della Chiesa, che ha subito numerosi interventi di restauro, si presenta ad aula unica con affreschi del XVIII secolo del pittore pisano Mattia Tarocchi: la confessione di San Ranieri; l’Ultima Cena; il martirio dei Ss. Giacomo il Minore e San Filippo, apostoli; le tentazioni di Sant’Antonio.