Uno scrigno di artemedievale in cui sono racchiuse tante delle meraviglie un tempo disseminate nelle numerose chiese pisane. La raccolta nacque nel 1796, grazie al decano dei canonici della Cattedrale, Sebastiano Zucchetti, e fu collocata all’interno della cappella dal Pozzo del Campo Santo, per essere in seguito spostata negli ambienti del convento di San Francesco. Nel 1947 si costituì il nuovo Museo Nazionale di San Matteo, nella sede attuale. La visita parte dal chiostroduecentesco del monastero, dove si trovano reperti romani e medievali provenienti da numerosi ambienti cittadini. Sul retro della chiesa, che ancora conserva il suo aspetto medievale, si apre la sezione della scultura, dal XI al XIV secolo, con opere di scultoribizantini e pisani, dominata dal grande sepolcro dei conti della Gherardesca (del quale è presente solo una parte) di LupodiFrancesco. Al primo piano si trova la sala, unica nel suo genere, delle crocidipinte,tra le quali spiccano i Crocifissi di GiuntaPisano (del XIII secolo) e la Croce di San Paolo all’Orto (della fine del XI secolo), la più antica del panorama italiano. La galleria di dossali e polittici mostra grandiose opere di Cecco di Pietro, FrancescoTraini, dei giotteschi e il famoso e monumentale polittico di Santa Caterina, opera del 1319 di SimoneMartini. Seguono i maestri italiani e stranieri che parteciparono alla stagione artistica pisana del Trecento, come Alvaro Pirez d’Evora. La sala dedicata alla chiesa della Spina è un gioiello dell’arte gotica ed espone uno dei capolavori massimi del Trecento italiano, la MadonnadelLatte di AndreaPisano (1343-1348). Un lungo corridoio di sculture marmoree, tra cui opere di Nicola e GiovanniPisano, è introdotto da una piccolissima parte della collezione di baciniceramici di fabbrica islamica e locale che un tempo adornavano gli edifici religiosi più importanti della città (X-XIII secolo). La galleria della sculturalignea rivela un’importante produzione locale che si sviluppò nel Trecento e della quale si conservano opere eleganti, come l’Annunciata di Agostino di Giovanni e Stefano Acolti (1321), dalle movenze tipiche delle modelle anni ’20 del secolo scorso. Seguono opere di alto valore, dal gotico fiorito di GentiledaFabriano, alle linee delicate di BeatoAngelico, fino all’unico superstite del grande polittico di Pisa del Masaccio, un austero SanPaolo (1426), proveniente dalla chiesa del Carmine. BenozzoGozzoli e Ghirlandaio concludono le gallerie dei pittori. L’ultima sala espone il busto reliquiario di San Lussorio realizzato tra il 1422 e il 1427 dal maestro del Rinascimento Donatello. Chiude il percorso un curioso laboratorio di restauro en plein air per osservare il delicato lavoro di recupero e conservazione delle opere antiche.
Chiesa di San Matteo in Soarta: donata nel 1027 all’ordine delle benedettine, la chiesa risulta già esistente nel VIII secolo, più piccola e triabsidata. La facciata fu riedificata nel 1608 da CosimoPugliani a seguito di un disastroso incendio e con l’occasione si crearono all’interno due ambienti separati. L’edificio si presenta ad aula unica con numerose decorazioni a fresco delle pareti, opere dei pittori pisani Giuseppe e FrancescoMelani realizzate tra il 1730 e il 1735. Il vero gioiello della chiesa è rappresentato dalla decorazione del soffitto, con l’affresco della Gloria di San Matteo (1717), sempre dei fratelli Melani, con evidenti rimandi all’arte di Pietro da Cortona. Sul fianco esterno sono ancora ben evidenti le tracce dell’edificio del XI secolo, con archi ciechi e losanghe tipiche dell’architettura romanicapisana. Il campanile originale fu abbattuto dai fiorentini nel 1509.Curiosità: era il 1917 quando PabloPicasso si trovava in Italia, a Roma, come sovrintendente alle scenografie per il balletto russo di Sergei Diaghilev. Prima di fare ritorno in Spagna fu attirato dalle pitture conservate nel Campo Santo pisano, rese note dalle riproduzioni dei Preraffaeliti inglesi. Di fronte al grande affresco staccato della Madonna con Bambino di TaddeoGaddi, proveniente dalla chiesa di San Francesco, ora al museo di San Matteo, rimase abbagliato dalla linearità gotica, in un momento in cui il suo interesse per il ritorno all’ordine antico era altissimo. Senza indugiare, spinto forse da un desiderio artistico-vandalico, lasciò la sua firma seguita dalla data: Picasso 1917. L’opera oggi è in restauro.Il Museo Nazionale di San Matteo è stato il set di alcune scene del film Figlio mio infinitamente caro (1985) del regista pisano Valentino Orsini, con Mariangela Melato, Ben Gazzara, Sergio Rubini, Valeria Golino. Un film drammatico che racconta l’amore paterno verso un figlio. Il film è interamente girato a Pisa: non solo la torre, ma anche piazza dei Cavalieri, i lungarni, il museo di San Matteo, la torre del Campano, Borgo Stretto…