Palazzo Giuli-Rosselmini-Gualandi _ Palazzo Blu (A. Matteucci)Il museo di Palazzo Blu: la collezione è costituita dalle opere appartenute alla Cassa di Risparmio di Pisa, alla quale se ne sono aggiunte altre negli anni, come la Collezione Simoneschi. Lo spazio espositivo si sviluppa su quattro piani:
Cantine di Palazzo Blu, con una ricca collezione di reperti archeologici provenienti dai numerosi scavi effettuati nelle vicinanze del palazzo. Di grande interesse una ricostruzione grafica del quartiere di Kinzica nel XIV secolo.
Pianterreno, alcuni ritratti dei presidenti della Banca sono esposti nel vestibolo, attraverso il quale si accede alla sala della libreria dei Giuli, della quale si conserva il prestigioso soffitto decorato da NiccolaTorricini (che firma anche i soffitti del piano nobile). Il vano di accesso alla sezione delle mostre temporanee è impreziosito dalla presenza dell’Arpia del Tribolo, allievo di Michelangelo, proveniente da Palazzo Toscanelli, che si affaccia su una balaustra che permette di vedere la pavimentazioneduecentesca dell’antica via Æmilia Scauri, oltre ai resti medievali del palazzo.
Il piano nobile è arredato in stile ottocentesco e vi sono esposte opere di artisti post macchiaioli, come LuigiGioli, il ritratto dei nobili Roncioni di JeanBaptisteDesmarais (1793) nella sala della musica, i capricci di Gherardo e GiuseppePoli. Segue una collezione numismatica e archeologica (Etrusco-Romana). Di grande impatto è la sala rossa, così arredata nel 1903 in occasione di un grande ballo organizzato dai conti Giuli.
La pinacoteca, all’ultimo piano, è il fiore all’occhiello del museo. Dal trecento pisano, con il polittico di Agnano di CeccodiPietro e le tavole di AgnoloGaddi e GettodiJacopo, al Rinascimento di Benozzo Gozzoli e Vincenzo Foppa. Il Cinquecento è rappresentato dal San Girolamo penitente del Cigoli, ma la protagonista assoluta è la sala dei Lomi, con opere di Aurelio, Baccio e Orazio, meglio noto come Gentileschi, del quale vediamo la Madonna con Bambino tra Santi. Al centro della sala la Musa Clio di ArtemisiaGentileschi del 1632. Seguono opere di Giovanni Battista Tempesti, come la liberazione di San Pietro.