Chiesa dei SS. Vito e Ranieri

Chiesa dei SS. Vito e Ranieri (L. Corevi, Comune di Pisa)
Chiesa dei SS. Vito e Ranieri (L. Corevi, Comune di Pisa)
La chiesa, dal curioso campanile a cupola che ricorda le architetture normanne, è citata dal 1051, ma il suo aspetto allora era ben diverso, così come l’orientamento. La facciata si trovava ad ovest, come la chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno sull’altra sponda e l’interno era a tre navate. Fu sede dei Benedettini dalla Gorgona. L’aspetto attuale, visibile nonostante le distruzioni belliche, è frutto di un notevole restauro avvenuto nel 1786. Dal 1815 è affidata alla Confraternita di San Ranieri. All’interno si trova l’opera intitolata Il riposo dalla Fuga d’Egitto di Aurelio Lomi e un ciclo di affreschi, che interessa un’area di circa 200 metri quadri, ancora non terminato, del pittore Luca Battini sulle Storie di San Ranieri.
San Ranieri, patrono di Pisa: figlio del mercante Gandolfo Scacceri e Mingarda Buzzaccherini, Ranieri nacque a Pisa nel 1118. Nella sua istruzione venne affiancato da don Enrico di San Martino in Kinzica, ma i suoi interessi lo portarono verso il canto e la musica e fu suonatore di ghironda. All’età di 19 anni Ranieri incontrò l’eremita Alberto Leccapecore, proveniente dalla Corsica, che lo portò a seguire una strada di redenzione e preghiera presso il monastero di San Vito (e Ranieri). Ritenuto insano mentalmente dai suoi genitori, visto il suo atteggiamento insolito, Ranieri cominciò assiduamente a frequentare la chiesa e a compiere opere di misericordia. Una leggenda narra che, in prossimità della chiesa di San Pierino in Vinculis, ebbe una visione di una grande aquila che gli consegnò un messaggio di fuoco: doveva partire per Gerusalemme. Nella Città Santa conobbe donna Romana, compatriota, e assieme a lei si dedicò alla cura degli infermi. Intorno al 1140 Ranieri fu visitato dal demonio che parlandogli minacciò di inquinare l’anima dei sacerdoti e dei loro fedeli. Ranieri cadde in un sonno profondo per otto giorni e al suo risveglio si recò all’interno della cappella del Golgotha, si spogliò delle sue vesti ed indossò l’abito del penitente (che ancora indossa all’interno dell’urna in Cattedrale). Al ritorno dal Santo Sepolcro tutti videro in lui una nuova luce e subito lo acclamarono. In sogno gli apparve Pisa e capì che lì doveva tornare. Per il viaggio fu aiutato da Ranieri Bottacci, capitano pisano di ritorno da una missione per riparare ai danni del pirata Trapelicino (v. Arsenali). In città il suo nome era già famoso e vi fu accolto come un Santo, ma lui decise di ritirarsi nel monastero di San Vito in preghiera, creando una casa per bisognosi. Morì il 17 giugno 1161. Fu dichiarato Laico Santo Patrono di Pisa nel 1632
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