Le reti per la pesca prima alla foce dell'Arno (R. Cardini)
Bocca d’Arno, tra pescatori e tamerici
Retone a Bocca d'Arno (R.Cardini)Arrivati a bocca d’Arno si rimane estasiati dal panorama con la spiaggia, la pineta di San Rossore e in lontananza il bianco dei marmi delle Alpi Apuane. Più vicino, proprio alla foce, ci sono delle piccole palafitte di legno, si tratta dei retoni dei pescatori, utilizzati per la pesca lungo la costa o le sponde del fiume. Nel primo dopoguerra fu inventato il bilancione, detto “crociera”, quella croce che tiene su la grande rete, dentro la quale, una volta sollevata dall’acqua, viene gettata la piccola rete che, come una teleferica, recupera i pesci un po’ alla volta. Il retone va giù, si adagia sul fondo e dopo circa 10, 15 minuti si alza e si guarda che s’è preso, la rete va a fortuna (Cit. pescatore di Bocca d’Arno). Ci sono reti piccoline, anche di 10 metri per 10, e ci sono reti grandi fino a 22 metri per 22. I pescatori di Marina li usano ancora, oltre alla pesca in mare. C’è poi un piccolo mercato del pesce dove si possono trovare triglie, totani, frittura mista, acciughe, sarde e moscardini… Arrivati al porto di Marina di Pisa, a Bocca d’Arno si intravede una villa, oggi fatiscente: Villa Romboli che i marinesi chiamavano ‘la casa delle rondini’ perché così fu battezzata da Eleonora Duse che, durante un restauro della villa, ordinò di preservare i nidi di rondine che erano sulle travi del tetto. Qui, nel 1898, vissero un’estate di passione l’attrice di teatro Eleonora Duse e il poeta Gabriele D’Annunzio. Lui compose molte poesie, eccone alcune:
Cit. O Marina di Pisa, quando folgora il solleone! Le lodolette cantan su le pratora di San Rossore e le cicale cantano sui platani d’Arno a tenzone. (…) Come l’Estate porta l’oro in bocca L’Arno porta il silenzio alla sua foce.
Gabriele D’Annunzio, Alcyone, 1903
Cit. Bocca di donna non mi fu di tanta soavità nell’amorosa via (se non la tua, se non la tua, presente) come la bocca pallida e silente del fiumicel che nasce in Falterona.
Gabriele D’Annunzio, Bocca d’Arno, 1909
Cit.(…)Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani (…)
Gabriele D’Annunzio, La pioggia nel pineto, Alcyone, 1902-03