Anche Calambrone, come Tirrenia, nasce nel ventennio fascista e di questo ancora oggi ne possiamo vedere la firma nell’architettura delle vecchie colonie, nel teatro, e in alcuni altri edifici. Per lo stile dell’epoca si dovevano privilegiare semplicità, concisione, precisione della linea e geometria architettonica. Calambrone era chiamata ‘la città dei bambini’perché molti di loro passavano qui l’estate, nelle colonie costruite lungo il litorale. Nel 1932 fu costruita la più grande colonia italiana su progetto dell’architetto Angiolo Mazzoni Del Grande con una planimetria che ricorda un albero motore, per omaggiare il Futurismo e il mito della macchina. Questa colonia, intitolata alla madre del duce Rosa Maltoni Mussolini, è uno dei simboli dell’architettura razionalista e futurista italiana. Nei primi anni del 2000 Calambrone fu riqualificato ed oggi molte strutture ospitano villeggianti grazie alle estese spiagge sabbiose. Nella località si trova il centro Eliopoli, con negozi e zona residenziale, campeggi, ristoranti… Grazie alla sua esposizione ai venti e al moto ondoso, Calambrone è un punto di ritrovo per gli appassionati di surf, kitesurf e windsurf.
Calambrone e le sue colonie sono state il set di alcune scene della pellicola cinematografica Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini. Il film vinse il premio della giuria al Festival di Mosca e due David di Donatello, assegnati ad Alberto Sordi e al produttore Dino De Laurentis, e fu inserito nella lista dei ‘100 film italiani da salvare’. La caserma in una delle scene iniziali è la colonia estiva Rosa Maltoni Mussolini di Calambrone.