Le fontane medicee, disseminate nel centro storico di Pisa, sono il risultato di un ambizioso programma di rinnovamento urbanistico ed edilizio già intrapreso da Cosimo I. Le fontane pubbliche celebravano i granduchi che andavano ad offrire alla città una preziosa risorsa, l’acqua buona del Monte Pisano. Le prime fonti risalgono al ‘500 e al ‘600, a cui seguirono interventi di rinnovamento nel corso del ‘700 e ‘800.
Il percorso partirà dalla Fontana dei Putti in Piazza del Duomo, la più celebre tra le fonti medicee insieme alla Fontana del Gobbo di Piazza Cavalieri. Passo dopo passo, attraversando i quartieri di Tramontana e Mezzogiorno, ci faremo sorprendere dai piccoli dettagli e dagli indizi che rintracciano le più antiche fonti pubbliche a servizio dei monasteri e delle piazze popolari. Un cammino dedicato alla ricerca di quei simboli che tramandano all’osservatore attento la storia di Pisa medicea, divenuta a pieno titolo seconda capitale del ducato toscano.
Scheda tecnica
Tempo di percorrenza: circa 2 ore
Lunghezza: 4,5 Km
Sviluppo percorso: ad anello
Collegamento a percorsi di media/lunga percorrenza: Via Degli Acquedotti in Piazza delle Gondole ( http://www.piediincammino.it/la-via-degli-acquedotti/ )
Itinerario
Dal Monte Pisano a Pisa
A partire dal cinquecento i Medici intrapresero una politica volta al rilancio di Pisa, da loro prescelta come sede invernale e seconda capitale del Ducato di Toscana. Dal punto di vista economico, incentivarono le attività commerciali e crearono una nuova sinergia con il Porto di Livorno che poteva rifornire i mercati cittadini con merci provenienti dal Mediterraneo e dal Nuovo Mondo. Il governo mediceo avviò un programma di rinnovamento urbanistico, fu promotore di nuove iniziative culturali e ebbe inoltre il merito di dare nuovo impulso alla vita accademica dell’Ateneo Pisano.
Per il miglioramento delle condizioni di vita del popolo, furono inseriti anche lavori dediti alla bonifica del territorio e alla regolamentazione della acque. In questo contesto di riqualificazione fu inserito anche l’ambizioso e alquanto costoso progetto idraulico degli Acquedotti di Asciano.
Dopo la dismissione dell’Acquedotto romano di Caldaccoli, la città supplì alle richieste idriche urbane prelevando dall'Arno o per lo più dai pozzi. L’acqua utilizzata al posto di quella corrente era spesso malsana, causava malattie e deperimenti fisici nonché la diffusione di epidemie.
Per ovviare a tali problemi, fu Cosimo I dei Medici ad avviare per primo i lavori di realizzazione di una condotta sotterranea capace di captare le acque sorgive dalla Valle delle Fonti (Asciano Pisano) e trasportarle verso il centro urbano. Tale progetto non arrivò a soddisfare le aspettative e fu abbandonato per gravi problemi strutturali.
Nel 1588 il Granduca Ferdinando I (figlio di Cosimo I) riprese la costruzione dell’opera idraulica optando per una condotta sopraelevata ad arcate sul modello degli acquedotti romani.
Fino al 1593 la progettazione e costruzione delle fondazioni furono dirette dall'Architetto Raffaello Zanobi di Pagno. In seguito il lavori furono portati avanti dall'Ingegnere Andrea Sandrini fino alla loro conclusione nel 1613.
La spettacolare costruzione in laterizio e pietra composta da più di 900 arcate parte dal Bottino di San Rocco ad Asciano Pisano e segue un percorso rettilineo di circa 6 Km per arrivare a Pisa al Porto delle Gondole.
La panoramica Via dei Condotti, meta di passeggiate a piedi o in bicicletta, rappresenta anche la parte iniziale del percorso Trekking “La Via degli Acquedotti” che collega Pisa a Lucca attraversando il Monte Pisano.
Le fontane Medicee
Sulla scia dell’ambizioso programma di rinnovamento urbanistico ed edilizio già intrapreso da Cosimo I, le fontane pubbliche celebravano i granduchi come i signori che avevano risollevato le sorti di Pisa e avevano offerto un servizio pubblico di approvvigionamento idrico della città.
Gli stemmi e i simboli usati come elementi decorativi richiamavano chiaramente al potere mediceo.
La rete idrica
La prima rete di distribuzione idrica comprendeva due diversi condotti che si dipartivano dal bottino dei Cavalieri, posto fuori le mura della città.
L’acquedotto sopraelevato trasportava l’acqua in città tramite archi arrivando alle mura della città al cosiddetto ’Porto delle Gondole’ rifornendo Via Santa Marta e parte del Lungarno di Tramontana. All'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, fu destinata in forma esclusiva una fornitura idrica tramite una condotta detta “della religione”.
Inizialmente, gli allacciamenti più importanti erano collocati nelle piazze di San Francesco, Piazza d’Ancona, Piazza Santa Caterina e presso l’Arcivescovado ma con il passare degli anni si registreranno sempre maggiori richieste di allacciamento da parte dei privati e dei monasteri.
Fontana dei Putti
La celebre Piazza del Duomo necessitava di una fonte per rispondere alle esigenze del popolo e dei numerosi viaggiatori che giungevano nell’area monumentale più importante della città. Da documenti seicenteschi dell’Ufficio dei Fiumi e Fossi risulta una prima fontana detta alle “gradole”, collocata sul prato ma in posizione differente rispetto all’odierna Fontana dei Putti. Eseguita dal maestro Marco Rondinosi nel 1658, l’originaria fonte seicentesca doveva avere una forma piuttosto semplice, eseguita in mattoni e provvista di due mascheroni che gettavano l’acqua. Questa, fu smantellata e sostituita dalla Fontana dei Putti non prima del 1763.
Quella che rimane oggi, in posizione panoramica rispetto al complesso monumentale è un opera in marmo bianco composta da una base seicentesca attribuita a Giuseppe Vaccà. Di stile classico e arricchita da decorazioni a carattere mitologico, è sovrastata da tre putti alati che sorreggono lo stemma dell’Opera del Duomo, disegnati da Giovan Battista Tempesti.
Fontana dell’Arcivescovado
La fontana a base quadrata riccamente modellata e decorata negli angoli è sovrastata dalla statua raffigurante Mosè (Andrea Vaccà, 1709). L'acqua fuoriusciva da due mascheroni e veniva raccolta in corrispondenti vasche, una a forma di conchiglia e l’altra rettangolare.
Fontana di Piazza Tongiorgi
La piccola fonte del XVIII secolo si trova in una piazzetta attigua alla Chiesa di San Giuseppe. Realizzata in marmo bianco di San Giuliano, è costituita da un basamento sovrastato da un blocco a forma tronco piramidale da cui fuoriesce l’acqua. Una vasca inferiore allungata e poco profonda completa la struttura.
Fontana di Piazza Martiri della libertà
Un allacciamento idrico interessò la Chiesa e il convento di Santa Caterina, il Monastero di Sant’Anna (che nel 1668 annesse il Convento di San Gerolamo dei
Gesuati, anch’esso dotato di una fonte) ma soprattutto il Monastero della Chiesa di San Lorenzo alla rivolta. Alessandro Da Morrona descrive le forme della fontana di San Lorenzo con queste parole: “Questa piazza [...] si mantenne povera di case, e nuda di ornati fino a questi giorni, né quali finalmente ha risentito del buon gusto del secolo colla decorazione di una magnifica fontana. Questa pienamente architettata a guisa di sacro altare, incastrata nel muro ordinario e rozzo di un orto e di marmi di Carrara inopportunamente vestita se ne sta indicando a chi passa l’antico suo onor vilipeso” .
A sostituire la vecchia fontana, andata distrutta insieme al monastero, si trova oggi un'opera di gusto neo-classico progettata da Alessandro Gherardesca. La fonte è costituita da una colonna mozza in marmo bianco con scanalature e fregi a festone, poggiante su una base dalla quale aggetta la vasca per la raccolta dell’acqua.
Fontana di Piazza d’Ancona
Servita dalla Condotta della Religione, la fontana ha una fattura molto semplice, con una colonna in pietra serena della Gonfolina e rifiniture in marmo bianco sormontate da una cuspide fregiata in arenaria.
La fontana è collocata al centro della piazza d’Ancona in vicinanza del Palazzo Ruschi, un tempo chiamata la seconda Piazza di San Francesco, attigua all’omonima chiesa.
Fontana di Via San Francesco
La prima struttura a richiedere un allacciamento all’Ufficio dei Fiumi e Fossi fu il Convento di San Francesco nel 1627. L’unica testimonianza rimasta dell’intervento è rappresentato da un riquadro scolpito in cattivo stato di conservazione, con una testa di leone da cui usciva l’acqua. Posta nell’angolo della casa contigua alla chiesa, la fonte doveva avere una struttura piuttosto semplice e in seguito fu spostata su richiesta dei frati del monastero per avere disponibilità di acqua nel loro giardino e sostituita per volere del Comune alla metà del Settecento al centro della Piazza San Francesco per far fronte alle numerose richieste d’approvvigionamento pubblico.
Fontana di Piazza delle Gondole
Rappresenta la prima fontana urbana dell’Acquedotto Mediceo. Precedentemente addossata al muro della cisterna di Santa Marta, una grande “piscina limaria” di deposito e di purificazione delle acque, oggi non più esistente, fu in seguito addossata alle mura in prossimità del Porto delle gondole. La fontana ha una forma classica ad edicola realizzata interamente in marmo bianco di San Giuliano. E’ costituita da una nicchia superiore che rappresenta una conchiglia sormontata da un fastigio spezzato con lo stemma dei Medici. La maschera superiore ha le sembianze di un giovane. Essa aveva probabilmente la funzione di fonte a getto continuo. L’acqua veniva raccolta dapprima nel vaso collocato sulla mensola per poi ricadere nello scarico sottostante, creando uno piacevole gioco d’acqua. Dalla maschera inferiore veniva prelevata l’acqua per le necessità della popolazione.
Fontana di Piazza San Luca
La fonte risale al XVIII secolo e si trova in vicinanza dell’antica Chiesa di San Luca (XI-XII secolo) parzialmente demolita nel corso del cinquecento e soppressa nel 1783.
La fontana poggia su un basamento di pietra serena e presenta una fattura molto semplice. Costituita da una colonna rivestita in marmo bianco e una pila per la raccolta dell’acqua, è rifinita nella porzione superiore da una cuspide piramidale schiacciata.
Fontana di Via San Martino
La fontana marmorea di stile neo-classico venne realizzata dall’ingegnere Bombicci nei primi dell’800. E’ costituita da un’imponente colonna scanalata, posta su una base di forma ottagonale e circondata da 16 colonnine dello stesso materiale.
Fontana di Logge di Banchi
La costruzione del primo condotto seicentesco della rete di distribuzione idrica per il Lungarno di Mezzogiorno si concluse attorno al 1619 attraverso il completamento della struttura sotterranea che da Piazza de Cavoli passava da Ponte Vecchio (attuale ponte di Mezzo).
La costruzione delle Logge dei Banchi (1603 - 1605) su disegno del Buontalenti ed esecuzione di Pugliani, fu dettata dall’esigenza di disporre di un mercato dove svolgere le attività delle Arti della lana e della seta. Sul prospetto orientale, in posizione centrale, si ritrova lo stemma mediceo datato 1605. Sotto di questo, addossata alla parete, si trovano indizi di una piccola fontana a piletta ormai in disuso. Le linee dei bordi, creando l’effetto ad ali di pipistrello, ne richiamano la decorazione centrale raffigurante la testa del mammifero notturno. Il bacile è sorretto da una mensola decorata da un’altra testa grottesca e da un elemento vermicolare.
Fontana di Piazza Cairoli (detta Piazza della Berlina)
L’attuale collocazione della fonte al centro della piazza risale al 1822, quando vennero realizzati lavori di abbellimento e lavori urgenti nel sottosuolo per il ripristino delle strutture idrauliche. Originariamente addossata alla Chiesa di San Pierino in Vinculis, la fonte provocava frequenti allagamenti a causa del deterioramento delle condutture.
I mascheroni originari a forma di leone furono recuperati e inseriti nella successiva fontana in marmo bianco. La statua dell’Abbondanza che si erge su una colonna con capitello ionico, fu realizzata da Pierino da Vinci, nipote del celebre Leonardo, nel 1550. La rappresentazione femminile, che tiene nella mano sinistra una cornucopia e nella destra della frutta, era un rimando simbolico al ruolo della piazza. Da un lato il ruolo di mercato cittadino e dall'altro la celebrazione del ritrovato benessere della città sotto il governo dei Medici.
Fontana di Piazza delle Vettovaglie
Nota a partire dal ‘400 come Piazza del Grano o dei Porci, in quanto sede del mercato cittadino. Il luogo prese il nome di Piazza delle Vettovaglie solo nel 1771 sotto il dominio dei Lorena. L’assetto attuale è il risultato di numerosi interventi e rifacimenti che si susseguirono per diversi secoli, ma che mantennero inalterata la funzione commerciale di tale area urbana.
La fontana che si trova sul lato rivolto a sud, risale al 1715. Realizzata in marmo bianco, riporta tre stemmi: quello dei Medici, quello spezzato con l’emblema della Repubblica Pisana e dell’Opera del Duomo, e quello dell’importante famiglia pisana dei Caietani.
Fontana di Piazza dei Cavalieri
L’opera in marmo conosciuta come Fontana del Gobbo fu eretta dal fiammingo Pietro Francavilla nel 1596 su disegno di Gianbologna. Collocata ai piedi nella statua di Cosimo I de' Medici, deve il suo appellativo alla figura ricurva con sembianze umane che rivolge lo sguardo alla pila a forma di conchiglia sorretta da un mostro marino con gambe di uomo, pinne di pesce e testa di granchio.
La statua raffigura il Granduca con una corazza da parata e il bastone da comando, volgendo lo sguardo lontano e poggiando il piede sinistro sopra un delfino. Prima di rivestire una funzione strutturale, il delfino doveva funzionare da presa per la fontana, come si legge nel documento di commissione del 1594.
La coppia statua-fontana celebrava chiaramente i tentativi di approvvigionamento dell’acqua per la città di Pisa, definitivamente conquistati grazie all’acquedotto commissionato dallo stesso Ferdinando I e che nel 1596 doveva dirsi concluso.
Fontana del Giardino dei Semplici
Da Piazza dei Cavalieri il condotto continuava il suo percorso portando l’acqua di rifiuto della fontana di Cosimo I nei pressi del Palazzo dello Stellino (Via Santa Maria) dove era collocata una semplice fonte a piletta dall’architetto Raffaello di Zanobi di Pagno della fine del Cinquecento. Il condotto giungeva fino al Giardino dei Semplici, corrispondente all’attuale Orto Botanico. Il primo orto, considerato il primo giardino botanico d’Europa, fu istituito a Pisa per volere di Cosimo I già nel 1543, nell’ottica di rilancio dell’Università. Inizialmente collocato nell’area dell’Arsenale, nel 1563 fu spostato nei pressi del convento di Santa Marta e infine definitivamente collocato nelle vicinanze di via Santa Maria da Ferdinando I.