In occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, Pisa ha omaggiato uno dei maggiori intellettuali del ‘900 con una rassegna di iniziative culturali, che hanno visto la proiezione di tutta la sua filmografia, incontri e presentazioni di libri, oltre alla mostra evento dal titolo “Manca sempre qualcosa…” con video, fotografie e opere grafiche al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi. Gli eventi celebrativi culminano mercoledì 29 giugno con la proiezione del film “Medea”: alle ore 21 in Piazza dei Miracoli si terrà la proiezione del film di Pier Paolo Pasolini, in italiano con sottotitoli in inglese. Interverrà in apertura di serata l'antropologo e filologo Maurizio Bettini. L’evento sarà aperto e gratuito, con accesso al prato di fronte al tratto di mura adiacente all’entrata di piazza Manin (alle spalle del Battistero), dove gli spettatori si potranno liberamente disporre, seduti sul prato.
A presentare l’evento stamani in conferenza stampa a Palazzo Gambacorti, Paolo Pesciatini, assessore al turismo Comune di Pisa e Antonio Capellupo del Cinema Arsenale. Promotore di tutti gli eventi con cui Pisa omaggia Pier Paolo Pasolini è il Comune di Pisa, in collaborazione con l’Università di Pisa, il Cinema Arsenale e con la direzione organizzativa della libreria Pellegrini.
Medea, nella mitologia greca, viveva nella Colchide, regione all’estremo orientale del mondo, vista come destinazione degli Argonauti. Ma da qui scappò, dopo aver rubato il Vello d’oro, per sposarsi con Giasone (l’atleta Giuseppe Gentile, bronzo a Città del Messico 1968 nel salto triplo) ed andò a vivere a Corinto. Per la sua ricostruzione di Corinto, Pier Paolo Pasolini si affida per l’interno a Pisa (Patrimonio Unesco dal 1987) e per il fuori le mura ad Aleppo (dal 1986). La scelta fu fatta con estrema cura. Le due città in qualcosa si somigliano (il Romanico pisano è in parte ispirato alla cultura araba) e nell’immaginario di Pasolini l’interno della città di Pisa, rappresenta la razionalità, e l’esterno (le mura di Aleppo), con le sue linee architettoniche che si dirigono verso l’alto, la sacralità: un contrasto che poi porterà alla tragedia finale.
Il giornalista Marco Barabotti, scomparso nel 2015, scrisse: "Seguendo da studente le lezioni di Storia del cinema all'Università, il professor Raffaele Monti mi fece partecipare alle riprese nel 1969 di "Medea". Pasolini, nel film, per rappresentare i due mondi, il sacro e la razionalità, e cioè il mondo di Medea e di Giasone accostò, o meglio giustappose nella scena due architetture: la cittadella di Aleppo e la piazza dei Miracoli."