Situata vicino alla cosiddetta torre del Campano, la Casa dell’Ebreo deve il suo nome al fatto di essere stata abitata quasi ininterrottamente dalla fine XIV secolo alla seconda metà del XVI da importanti famiglie di banchieri ebrei, fra cui spiccavano i da Pisa.
Le prime attestazioni a nostra disposizione risalgono agli anni ’60 del Trecento, quando l’edificio era formato dall’unione di due case ed una torre, la cui struttura è ancora visibile sulla parte destra della facciata. Il suo aspetto odierno è, invece, il risultato di ristrutturazioni ed ammodernamenti dettati dal gusto delle epoche successive ed originati da una prima revisione della seconda metà del Quattrocento. In quest’epoca, infatti, la casa si trasformò in una dimora sontuosa, più grande e rialzata, nonché dotata di un chiostro e di un sistema idraulico esterno che consentiva di portare l’acqua ai vari piani: uno stabile, insomma, che nulla aveva da invidiare ai più ricchi palazzi di Pisa.
Ma la Casa dell’Ebreo non era certo un edificio adibito soltanto a scopi abitativi: sappiamo, infatti, che nei suoi locali già dal 1395 fu attivo un fiorente banco di prestito e che al secondo piano della struttura si trovava, fin dal 1407, una sinagoga, forse l’unica che si possa identificare con certezza a Pisa per il periodo medievale. Se non deve stupire il fatto, comune all’epoca, che all’interno di una dimora privata si trovasse una sinagoga, sono però da evidenziare l’importanza e l’alta frequentazione di questo luogo di culto in particolare, tanto che è lecito ipotizzare che dal 1407 al 1571 (anno di istituzione dei ghetti di Firenze e Siena) esso abbia rappresentato la vera e propria sinagoga della città.